Se sei arrivato qui, molto probabilmente sai già a spanne cos’è il conto termico 2020 (che qualcuno ha già iniziato a chiamare conto termico 2.0). Si tratta, molto brevemente, di un pacchetto di incentivi che sono stati istituiti una prima volta dal decreto Ministeriale del 28 dicembre 2012, con l’obiettivo di promuovere il miglioramento energetico degli edifici già esistenti a livello nazionale, focalizzandosi sulle cosiddette rinnovabili termiche. Il conto termico 2020 del GSE, dunque, è la nuova versione di quell’originale conto termico formulato nel 2012. Capire cos’è il conto termico, come funziona e come fare domanda è molto importante, partendo tra l’altro dal presupposto che, per alcuni tipi di interventi – come per esempio per la sostituzione di una vecchia caldaia – è possibile accedere sia agli incentivi del conto termico 2020 che alla detrazione fiscale prevista dagli Ecobonus.
Riassumendo al massimo, il conto termico 2020 prevede dei bonus di natura economica pari al 65% della spesa sostenuta per il miglioramento dell’efficienza e del risparmio energetico, sia per i soggetti privati che per le pubbliche amministrazioni, andando a incentivare la produzione di energia termica di fonti rinnovabili. In tutto lo Stato a messo a disposizione 900 milioni di euro all’anno, 700 milioni dei quali destinati ai soli soggetti privati.
Le novità del Conto Termico 2020
Rispetto alla versione precedente, tra le novità del Conto Termico 2020 si individua una leggera semplificazione delle domande per accedere all’incentivo (fare degli errori, però, resta piuttosto facile, e per questo tra poco parleremo degli sbagli più comuni). Sono inoltre stati confermati gli incentivi per gli interventi di isolamento termico delle superfici opache, fino al 40% della spesa sostenuta.
Come fare domanda per gli incentivi del conto termico 2020: gli errori più comuni
I privati che desiderano accedere alle richieste di rimborso previste dal Conto Termico 2020 possono presentare domanda alla fine dei lavori. Non di rado, però, le richieste di incentivi vengono respinte, a causa di documenti mancanti, di errata progettazione degli impianti o per altri dettagli di ordine burocratico. Il Gestore dei Servizi Energetici, avendo una piena visione delle criticità più diffuse nelle richieste degli incentivi per il conto termico, ha pubblicato un documento in cui elenca i principali motivi per i quali vengono respinte le richieste di rimborso.
Nella fattispecie, gli errori più comuni che portano al rifiuto del GSE sono tre. Capita di frequente che gli interventi non siano correttamente documentati, così da presentare una domanda incompleta dei documenti necessari. La seconda principale causa che può portare al respingimento della domanda, secondo il GSE, sta nella difformità del bonifico, nella cui causale si riportano delle informazioni errate. Infine, la terza causa di rifiuto è l’errata progettazione degli impianti, che si può concretizzare, per esempio, nel sovradimensionamento del nuovo impianto.
Per quanto riguarda gli interventi specifici di sostituzione di impianti di climatizzazione invernali con delle pompe di calore, il GSE mette in evidenza la frequenza con cui si presentano problemi relativi allo smaltimento del vecchio generatore, operazione che dovrebbe essere documentata in modo opportuno.
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