Le aziende agricole dell’Emilia Romagna hanno tempo fino al 29 novembre 2019 per poter accedere a un bando volto a finanziare gli impianti per la produzione di energie rinnovabili. Si tratta, più nel dettaglio, di un bando regionale, il secondo tra quelli previsti dal PSR 2014-2020. In tutto sono stati messi a disposizione più di 6,8 milioni di euro, da destinare alla costruzione di impianti per la produzione, per la distribuzione e per la vendita di energia sostenibile.

La possibilità di integrare il reddito aziendale delle aziende agricole

Non si tratta, quindi, di un bando volto alla sola produzione di energia rinnovabile per il soddisfacimento del fabbisogno delle singole aziende agricole. Come ha sottolineato l’assessore all’agricoltura dell’Emilia Romagna Simona Casselli, «con questo bando abbiamo messo a disposizione nuove risorse per diversificare le attività delle imprese agricole attraverso la produzione e la vendita di energia pulita e rinnovabile». L’obiettivo è quindi quello di dare alle aziende «l’opportunità di integrare il proprio reddito aziendale così come è avvenuto nel 2016 con il primo di questi  bandi, che ha reso possibile l’attivazione di 56 interventi a fronte di circa 4,2 milioni di euro di contributi concessi. Un’occasione di crescita per gli agricoltori che va nella direzione di un’agricoltura che riduce le proprie emissioni e punta a divenire sempre più autonoma sul piano energetico». Questo secondo bando, va sottolineato, mette a disposizione quasi 3 milioni di euro in più rispetto a quanto concesso dal primo bando nel 2016. Ma quali sono, nello specifico, le attività e gli interventi che potranno essere effettivamente finanziati con il bando in questione?

Le spese coperte dal bando

Questo bando è stato emesso per ridurre il consumo di combustibili fossili, dando quindi alle aziende agricole la possibilità di sfruttare fonti rinnovabili come sole, aria e sottoprodotti della produzione agricola per generare energia sostenibile. Nello specifico, il bando andrà a coprire queste spese:

  • la costruzione, la ristrutturazione e il miglioramento di beni immobili volti a ospitare gli impianti oggetto di finanziamento;
  • i lavori relativi a opere murarie, edili e di scavo per la realizzazione delle reti di distribuzione;
  • l’acquisto di nuovi impianti, macchinari, attrezzature e forniture per la produzione di energia rinnovabile, nei limiti di quanto strettamente necessario;
  • le spese generali connesse alle spese di cui sopra nel limite massimo del 10% della spesa ammissibile;
  • l’acquisto di hardware e software inerenti l’attività di produzione, trasporto, vendita di energia.

I principali interventi previsti

Il bando andrà a finanziare questi interventi:

  • la realizzazione di impianti fotovoltaici (eccezion fatta per gli impianti realizzati a terra);
  • la realizzazione di impianti eolici;
  • la realizzazione di impianti idroelettrici;
  • la realizzazione di impianti per la produzione di biogas, per ricavare biometano o energia termica;
  • l’acquisto e l’installazione di caldaie alimentate a biomassa legnosa, sotto forma di pellets e cippato:
  • la realizzazione di impianti per la produzione di pellets da scarti e sottoprodotti forestali e agricoli;
  • la realizzazione di reti di dimensioni ridotte per la distribuzione di energia;
  • la realizzazione di impianti per lo stoccaggio dell’energia prodotta;

In ogni caso, gli impianti realizzati non potranno eccedere il limite massimo di 1 Mega watt elettrico o di 3 Mega watt termici. Altro requisito necessario per gli impianti è quello di essere dimensionati in modo da superare il fabbisogno aziendale, così da poter produrre energia da vendere a utente terze. Nel caso dello sfruttamento di sottoprodotti o discarti agricoli o forestali, questi dovranno provenire rigorosamente dall’azienda stessa o da altre aziende in un accordo di filiera, purché entro una distanza massima di 70 chilometri.

L’ammontare dei contributi

Il contributo previsto dal bando è in conto capitale modulabile tra il 20 e il 50%  della spesa ammessa. In caso di necessità, c’è la possibilità di richiedere un anticipo del 50% dell’importo assegnato, così da poter procedere con i lavori. Per essere presi in considerazione, i progetti devono prevedere una spesa uguale o superiore ai 20 mila euro. Essendo calcolato nel rispetto del regime de minimis, il contributo massimo non supererà in nessun caso i 200 mila euro. 

Va infine sottolineato che il bando prevede che, a parità di requisiti, i contributi vengano assegnati alle aziende agricole di montagna e per i giovani agricoltori.

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